Gli iscritti alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali dell’INPDAP, ora INPS Gestione Dipendenti Pubblici, hanno la possibilità di richiedere mutui a tasso fisso o a tasso variabile.
Le norme che disciplinano il mutuo INPDAP a tasso fisso o variabile sono contenute nell’articolo 7 del nuovo Regolamento dei mutui ipotecari ex INPDAP, in vigore dal 1 gennaio 2024:
2. Il rimborso avviene con metodo di calcolo c.d. alla, francese, in rate mensili costanti e posticipate, in funzione dei tassi d’interesse fissati con provvedimento dell’Istituto, pubblicato sul sito internet istituzionale www.inps.it nella sezione dedicata.
3. L’Inps si riserva la facoltà di aggiornare periodicamente i tassi di interesse fissati dal provvedimento di cui al comma 2.
I valori dei tassi di interesse vengono definiti e aggiornati periodicamente dall’INPS.
Vediamo quindi meglio i tassi di interesse che possono essere scelti quando si stipula un contratto di mutuo con l’INPS Gestione ex INPDAP e quale conviene scegliere.
Con la Determinazione 25 maggio 2017, n. 89, il presidente dell’INPS ha introdotto un nuovo metodo per il calcolo del tasso fisso, in vigore dal 1° settembre 2017, e valido anche negli anni successivi, 2024 compreso. Questo nuovo metodo indica differenti tassi fissi a seconda del loan-to-value (LTV) e alla durata del mutuo.
Periodicamente, tramite apposite Determinazioni INPS, questi valori vengono adeguati all’andamento dei tassi di mercato.
Ecco i valori per il calcolo del tasso di interesse fisso validi per il 2024. Ricordiamo che i tassi variano a seconda della finalità del finanziamento.
Durata fino a | LTV <= 50% | 50% < LTV < 80% | LTV > 80% |
Fino 10 anni | 2,93% | 2,98% | 3,13% |
Fino 15 anni | 2,90% | 2,95% | 3,10% |
Fino 20 anni | 2,88% | 2,93% | 3,08% |
Fino 25 anni | 2,84% | 2,89% | 3,04% |
Fino 30 anni | 2,82% | 2,87% | 3,02% |
Durata fino a | LTV <= 50% | LTV > 50% |
Fino 10 anni | 2,93% | 2,98% |
Fino 15 anni | 2,90% | 2,95% |
Per i mutui ipotecari INPS a tasso variabile, il tasso si applica invece il tasso pari all’Euribor a un mese, calcolato su 365 giorni, maggiorato di 150 punti base.
In entrambi i casi il rimborso del debito avviene con ammortamento alla francese, in rate mensili costanti e posticipate. Quindi l’importo della rata è costante ma varia la sua composizione (quota di capitale e quota di interessi).
Detto questo non esiste una situazione migliore dell’altra, la scelta tra il tasso fisso o il variabile dipende dalle aspettative del richiedente. Con il tasso fisso si ha sempre sotto controllo l’importo della rata e la durata, mentre con il variabile il tasso non è certo, ma in futuro potrebbe aumentare o diminuire. Resta comunque valida la possibilità di effettuare il passaggio dal tasso variabile al fisso.
La cosa migliore in questi casi è fare una simulazione del piano di ammortamento.
Tramite il nuovo regolamento è stata introdotta la possibilità per il mutuatario (cioè per il dipendente o pensionato ex INPDAP che ha ottenuto il mutuo) di passare dal tasso fisso a quello variabile o viceversa. Questo cambio di tasso di interesse può essere richiesto solamente una volta e solo dopo che siano passati almeno due anni dalla firma del contratto.